sabato 24 marzo 2018

Critone

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Titolo: Critone
Tipo: dialogo filosofico
Autore: Platone
Genere: filosofia
Per migliorare: spessore scrittura, tono, concisione, personificazione, stile colloquiale, immagini vivide, dialogo
Commento: breve dialogo (circa 30 pagine) dal tono pacato, scritto con uno stile conciso e colloquiale, in cui Critone, uno dei migliori amici di Socrate, cerca di convincere il filosofo a fuggire da Atene prima che sia giustiziato, utilizzando anche temi forti, come il fatto che lascerà i figli orfani. Socrate sceglie di restare in carcere e di accettare l'ingiusta sentenza, argomentando:
  • sul valore dell'opinione degli altri;
  • sulla necessità di comportarsi secondo giusti ragionamenti e non secondo motivi pratici e contingenti. I giusti ragionamenti sono gli unici a cui dovremmo dare la mente, a cui dovremo dar retta. Se non lo facciamo "verremo a distruggere quella parte di noi che col giusto diventa migliore e con l'ingiusto perisce";
  • che la ragione dice che non il vivere importa, ma il vivere seguendo onestà e giustizia;
  • che è necessario non ripagare il male con il male. Questo è un'evoluzione della moralità greca, che fino a quel momento riteneva giusto ripagare il male subito con lo stesso male, come sosteneva il personaggio mitologico Radamante, uno dei giudici del regno dei morti.
Il dialogo prosegue con un Critone sempre più convinto da Socrate, che pronuncia il celebre discorso delle Leggi: immagina che le leggi della città gli vengano incontro come persone (personificazione) mentre lui fugge dalla città per scampare la propria condanna a morte. Le Leggi affermano che se Socrate fuggisse esse ne sarebbero uccise, esse che lo hanno allevato, perché Socrate è stato allevato nelle leggi di Atene.

Oltre ad essere un filosofo fondamentale per la civiltà occidentale, Platone è anche un grande scrittore: nel finale ci regala l'immagine vivida di Socrate che sceglie di restare, in forza dei suoi ragionamenti: "dentro di me risuona l'eco di questi ragionamenti e mi empie così del suo murmure, che io non posso altre parole ascoltare". 


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